EDUCARE IL CUORE CON LA PEDAGOGIA DELLO SGUARDO
- Premessa: Cos’è il Progetto Educativo.
Il Progetto Educativo è il documento che espone l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico- didattico della nostra scuola. Il progetto educativo è un documento previsto dalla legge sulla parità e dalla Circolare Ministeriale n. 31 del 2003. È predisposto dal Collegio Docenti della scuola ed espone la missione della scuola e la sua collocazione nella cultura e nella storia della comunità in cui opera; definisce gli obiettivi dell’attività di istruzione e di educazione del bambino a supporto e in collaborazione con la famiglia.
Al progetto educativo s’ispira il Piano Triennale dell’Offerta Formativa. L’educazione non è un processo lineare e a senso unico fra due soggetti (chi educa e chi viene educato) ma piuttosto è un processo che coinvolge l’intero sistema dei soggetti dell’educazione.
Quando parliamo di “soggetto”, intendiamo colui che agisce, che compie un’azione e all’interno del processo educativo i soggetti sono i bambini, le insegnanti, la famiglia, la scuola e la comunità. Possiamo quindi immaginare il processo educativo come “un cerchio”, o meglio, “una spirale” dove a ogni giro si guadagna “consapevolezza e sapienza” che va a toccare e coinvolgere ogni soggetto.
Tutte queste componenti sono impegnate responsabilmente, secondo il proprio ruolo e competenze, nella realizzazione del progetto educativo. Ad ogni inizio di anno scolastico, il collegio docenti si ritrova e fa un lavoro di ripresa del progetto educativo esistente e approfondisce il senso del fare scuola, attraverso un lavoro che un gruppo d’insegnanti svolge come formazione durante la frequenza di una “Summer School” che ogni anno viene vissuta, e da questa formazione nascono i punti cardine della stesura del progetto educativo dell’anno.
Il progetto educativo è il cuore del nostro fare scuola, tanto che viene presentato a tutti i genitori in un incontro a inizio anno e poi esposto all’ingresso, così da farci fare memoria tutti i giorni del contenuto e del senso pedagogico/educativo che ci caratterizza. Nel progetto educativo emerge il significato, il fine verso il quale tendere, che non riduce il tutto a un addestramento più o meno efficace, ma da valore all’azione che si compie, dalla più semplice alla più impegnativa, è ciò che rende l’avventura della vita, quindi della scuola, affascinante e piena di vigore.
Ciò che accade è un dono sempre nuovo, il valore che nel progetto educativo si esplicita e mira a rendere stabile nei bambini una posizione di apertura di fronte a ciò che accade, in quanto ogni circostanza è per un bene, valorizzando l’elemento di novità, suscitando l’attenzione su quanto di bello e di significativo accade nella vita dei bambini o della scuola, tanto da aiutarli a coglierne il valore portandoli ad osservare e a stupirsi senza censurare alcuna domanda, e così fare esperienza che tutto è dono.
Nel progetto educativo il senso religioso permette di fare esperienza di Uno più grande che ci ama e ci dona ogni cosa.
In tempo di Covid -19, incontri su piattaforma zoom.
La progettazione didattica è strettamente legata alla progettazione educativa, tale progetto fonda le sue ragioni sulla pedagogia attiva/esperienziale, avendo a cuore la stima e l’intelligenza del bambino dentro un tempo disteso. Essendo la didattica l’arte del prendersi cura dell’avventura della conoscenza, ci interessa il bambino nella realtà totale.
La realtà che ci circonda cambia velocemente e ci apre a un mondo nuovo, attraverso la pedagogia attiva portiamo i bambini ad accorgersi con curiosità e stupore del cambiamento. La curiosità e lo stupore permettono di cercare e ricercare, montare e smontare un pensiero, creare e fare memoria della scoperta.
L’impatto con la realtà rappresenta la prima mossa, il nostro compito è quello di far diventare esperienza, e perché diventi esperienza ha bisogno di essere giocata in un rapporto.
A settembre, con l’accoglienza e l’ambientamento, il bambino ha la possibilità di entrare in rapporto con un adulto che lo aspetta, con gli altri bambini e con la realtà, è per noi importante amare gli inizi, perché gli inizi sono sempre pieni di meraviglia. Per questo motivo l’attenzione è focalizzata sull’accoglienza. A ottobre, con la festa dell’accoglienza, inizia l’approfondimento e la presa di coscienza che il bambino è parte del mondo scuola e che la realtà che lo circonda è sempre possibilità di conoscenza.
Per pedagogia attiva intendiamo mettere al centro il bambino, in modo che possa apprendere attivamente. L’insegnante accompagna il bambino nelle sue scoperte, educandolo a rispettare le regole per vivere in modo significativo ogni proposta nella comunità. I nomi dei gruppi di appartenenza sono stati scelti appositamente dal Collegio Docenti, la sigla è R.E.T.S.
- Ricercatori, a 3 anni.
- Esploratori, a 4 anni;
- Tesorieri, a 5 anni;
- Super-Tesorieri, a 6 anni.
La ragione di tale scelta garantisce al bambino di sentirsi protagonista dell’esperienza nell’età che lo rappresenta:
Ricercatori: vivere l’avventura della scuola dell’infanzia per la prima volta, permette di fare l’esperienza di chi sei tu in rapporto con chi ti accoglie, di conoscere e saper rispettare i tempi, gli spazi, i materiali, le persone che costituiscono questa nuova realtà. Perdersi e ritrovarsi: potremmo definire così ciò che il bambino prova separandosi dalla madre e dal padre. Quando la madre e il padre si allontanano, sono spesso ritenuti perduti. Da qui l’importanza nel primo anno che la giornata sia scandita da momenti precisi che si ripetono sempre uguali per dare al bambino sicurezza e sostenerlo in una prima percezione del tempo. Riuscirà così a ritrovare e riformulare in modo più maturo i suoi riferimenti. Grande attenzione viene data dalla maestra ai piccoli gesti della quotidianità: il riordino delle proprie cose, la sistemazione dei giocattoli, la cura di sé, il pranzo insieme, l’accorgersi dell’altro compagno: sono tutti momenti altamente formativi che aiutano il bambino a diventare grande. La capacità di fare da solo ma non in solitudine, grazie alla compagnia dell’adulto che sostiene ed incoraggia, è fondamentale perché è nell’accudimento che passa la relazione e l’interiorizzazione da parte del bambino di principi di causa effetto “se...allora” che è il ruolo di procedere del pensiero. L’esperienza del gioco è fondamentale perché permette al bambino di prendere parte attiva alla realtà. Nel gioco il bambino misura fin dove può arrivare, gusta i rapporti, si orienta nello spazio. Le esperienze di manipolazione, di canto, di drammatizzazione, del lasciare traccia sul foglio con diversi strumenti sono esperienze nuove poiché nuove relazionalmente, nell’interazione con altri bambini, con altri adulti, in ambienti diversi.
Esploratori: dopo aver preso coscienza del loro appartenere alla scuola, per i bambini diventa possibile vivere ogni proposta, esplorando il sapere e la conoscenza della realtà nella sua totalità. Nel secondo anno il mondo della scuola è diventato per il bambino un ambiente conosciuto e famigliare, tuttavia la compagnia dell’adulto è importante per donare sicurezze e conferme. Il gioco del bambino si arricchisce, i compagni, l’amico più amico, diventano termini di confronto, l’adulto sostiene la crescita e, grazie alla narrazione di storie, guida il bambino a ‘riordinare’ in termini affettivi e cognitivi la propria storia personale. Il bambino mostra accesa curiosità riguardo alla propria storia famigliare. Il suo linguaggio verbale si arricchisce, matura il desiderio di raccontare le proprie esperienze personali ed aumenta progressivamente la consapevolezza di sé.L’osservazione e l’esperienza nei confronti della realtà, dei suoi colori, delle sue forme, delle sue caratteristiche, il gioco che ne può nascere, le varie modalità espressive e creative, che ne conseguono, divengono parte della quotidianità scolastica; tutto questo porta alla nascita delle prime grandi domande.
Tesorieri: nel terzo anno di frequenza è possibile far tesoro della ricchezza di ogni esperienza vissuta, delle relazioni costruite a scuola, tanto da diventarne il bagaglio curricolare L’anno da tesoriere prevede un’attenzione degli insegnanti mirata a favorire le competenze di base per affrontare la scuola primaria. Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia il bambino desidera essere riconosciuto nel suo essere diventato grande. Il ‘mondo di fuori’ integra il gioco della casa e l’osservazione degli adulti offre nuovi interessanti spunti. A scuola aumenta il desiderio di fare da sé, il bambino vuole sentire la fiducia dell’adulto nelle sue capacità e nella sua persona. L’adulto propone così esperienze più elaborate che permettano al bambino di sperimentare soddisfazione e rischiare soluzioni e intraprese personali. Il gioco diventa sempre più raffinato, inizia la capacità di staccarsi dall’oggetto concreto e di rappresentare mentalmente un simbolo; per questo vengono favorite attività logiche che permettono al bambino di mettere ordine nella realtà. È un periodo di industriosità nascente. Aumenta l’abilità manuale. Compaiono i progetti sul futuro. Si intensificano i ‘perché, ed il linguaggio verbale richiede un’attenzione ed una stimolazione particolari da parte dell’adulto. Spesso inoltre accade che i ‘grandi’ aiutino i ‘piccoli’, gratificati dal fatto di potere ‘insegnare’ a chi sta compiendo il loro percorso di quando erano ‘piccoli’. Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia anche il disegno matura: si arricchisce l’uso del colore e la capacità di utilizzare materiali per tradurre in immagini gli oggetti della realtà. Tutto questo porta le maestre a porre attenzione allo sviluppo della motricità fine e all’educazione del gesto grafico.
Super-Tesorieri: i bambini accolti alla scuola dell’infanzia come “anticipatari”, possono fermarsi e vivere un altro anno di approfondimenti esperienziali e di consolidamento affettivo, relazionale e cognitivo così da poter affrontare con più certezza l’avventura alla primaria.
Ad ogni età è per noi importante rendere i bambini consapevoli del proprio cammino di crescita e delle proprie conquiste; aiutarli a sentire l’esigenza di approfondire ogni aspetto della propria esperienza. Siamo consapevoli che l’educatore non ha il compito di dare risposte a tutte le domande, ma di saper suscitare grandi domande e saper offrire gli strumenti adatti per rispondere a esse.Per questo l’attenzione degli insegnanti sarà mirata a favorire un clima interattivo che consenta di rispondere ai bisogni personali di socialità, stima e appartenenza, offrendo la possibilità di sviluppare le competenze socio-affettive e socio-operative che consentono di vivere positivamente l’esperienza scolastica e costruire progressivamente la propria identità all’interno di relazioni significative con gli altri.
«La scuola affianca al compito d’insegnare ad apprendere, quello di insegnare ad essere».
(ex Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione)
Pier Paolo Pasolini:“ se qualcuno ti avesse educato , non potrebbe averlo fatto se non con il suo essere e non con le sue parole”….
Ciò che ci permette di apprendere e di essere è un argomento, scelto dal collegio docenti, che diventa lo strumento affinché l’esperienza si traduca e valorizzi il progetto educativo in proposta didattica.
Finalità:La scuola dell'infanzia si pone la finalità di promuovere nei bambini il consolidamento dell’identità, dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza.
(Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia)
Consolidare l’identità:
- Vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato.
- Imparare a conoscersi ed essere riconosciuti come persona unica e irripetibile.
- Concetto di “perla preziosa”
- Sperimentare diversi ruoli e forme di identità: quella di figlio, alunno, compagno, maschio, femmina, abitante in un territorio, membro di un gruppo, appartenente a una comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli.
(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia)
Sviluppare l’autonomia:
- Avere fiducia in sé e fidarsi degli altri.
- Provare soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter esprimere insoddisfazione e frustrazione elaborando progressivamente risposte e strategie.
- Concetto di “perla preziosa”
- Esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle decisioni esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli.
(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia)
Sviluppare la competenza:
- Giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti.
- Ascoltare e comprendere narrazioni e discorsi, racconti, rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, ‘ripetere’, con simulazioni e gioco di ruoli, situazioni ed eventi con linguaggi diversi.
(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia)
Avviare al senso di cittadinanza:
- Scoprire l’altro da sé e attribuire progressivamente importanza agli altri e ai loro bisogni. Rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise attraverso il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di diritti e di doveri uguali per tutti.
- Porre le fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura.
- Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione di un ambiente di vita, di relazioni e di un apprendimento di qualità fondato sul metodo dell’esperienza, che caratterizza la nostra scuola dell’infanzia e che viene garantito dalla professionalità, dall’umanità, dall’impegno degli insegnanti e dal dialogo sociale ed educativo con le famiglie e la comunità.
(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia)
I campi di esperienza: “Gli insegnanti accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le proposte dei bambini e creano occasioni di apprendimento per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo”.
(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia)
I campi di esperienza, delineati dal Ministero nelle Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia, divengono così ‘situazioni reali’ che gli insegnanti creano affinché il bambino possa crescere, conoscere e dialogare con se stesso, gli altri e la realtà, per giungere ad una maturazione unitaria della sua persona.
- Il sé e l’altro
- Il corpo e il movimento.
- Immagini, suoni, colori.
- I discorsi e le parole.
- La conoscenza del mondo.
I suddetti campi di esperienza sono riportati in seguito all’interno del Curriculum della scuola della nostra scuola dell’infanzia che ne sostiene il percorso educativo, essi sono stati rivisti alla luce delle Indicazioni nazionali riguardanti la religione cattolica.
I suddetti campi di esperienza sono riportati in seguito all’interno del Curriculum della scuola della nostra scuola dell’infanzia che ne sostiene il percorso educativo, essi sono stati rivisti alla luce delle Indicazioni nazionali riguardanti la religione cattolica.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
“Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze colte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo globale e unitario.”
(Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia)
All’interno del percorso triennale la scuola dell’infanzia offre, attraverso il fare, una ricca e puntuale proposta di esperienze che sosterranno ed accompagneranno il bambino nel percorso per il rafforzamento e raggiungimento di tali traguardi che coinvolgono l’interezza della sua persona.
I traguardi sono descritti in maniera articolata all’interno della programmazione didattica e qui di seguito dentro al Curriculum della nostra scuola dell’infanzia in rete con l’Istituto Comprensivo, che ne sostiene il percorso educativo.